venerdì 15 gennaio 2016

L'amore è un duello contro la morte quotidiana

 "La personalità depressiva, [...], è depressa soprattutto dal suo sapersi frammentata [...]. Condizionata al contesto da un rigore carcerario. Incollata alla ripetizione e all'obbedienza. Ritagliata a millimetrica misura dai vari ruoli, definita senza resti dalla scenografia della presenza connotata. Nel sogno, e quando una residua scintilla di rivolta consenta di non cancellarlo, la somma catastrofica della frammentazione di sé torna, con il grido senza voce, a ri-piangere la tortura infantile. Al contrario la
corporeità è unitaria e continua, presente a se stessa, essenzialmente inequivoca. 

[...]

 Non si tratta di liberare l'Io, si tratta di liberarsi dall'Io, liberando così la storia dal principio. E questo, fin da ora. Il tempo è questo tempo, il tempo della fine del dolore è il tempo in cui il dolore si fa intollerabile. Per tutti, mentre sembra, a ciascuno, per nessuno tranne che per lui. Ma è vero che per distruggere l'Io efficacemente, occorre superarlo trapassandone l'imene [...]. La fine dell'Io segnerà il principio della presenza.

 L'“insurrezione erotica” è un prendere le armi. L'amore è un duello contro la morte quotidiana, contro il sacrificio perpetuo all'alterità-Io. L'estasi, l'uscita da sé, è la conquista momentanea dello spazio-tempo al di là dell'Io. [...] l'inizio della nascita. [...] Proprio perché è domestico, prossimo, socialmente squalificato, denigrato, devalorizzato, l'amore è il cavallo di Troia con cui l'eversione [...] si introduce nel necrotico continuum della sopravvivenza."


Giorgio Cesarano, "Manuale di Sopravvivenza".


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