lunedì 19 ottobre 2015

Un altro "Noi"

"...Questi insiemi non impongono omogeneità, non mettono al centro monoliti tirannici che facciano fare a tutti la stessa cosa; ma convocano gli oggetti di ciascuno, che sia all'interno o all'esterno al gruppo, e li fanno interagire tra loro in modo che anche i loro rappresentanti possano trasformarsi, modificarsi nell'incontro e nel dialogo. In questi gruppi il centro di attenzione e cura è il funzionamento dell'insieme stesso, e l'insieme di accorgimenti, dispositivi e artifici necessari a proteggere la qualità delle relazioni tra diversità e l'esistenza di ciò che dal loro incontro scaturisce. Non si riuniscono attorno a una parola di verità o di ordine, piuttosto a una intenzione e una ricerca; non condividono una "giusta causa", ma la causa comune, i bisogni e le intenzioni che hanno occasionato l'insieme, la passione per l'inedito che scaturisce, ogni volta sorprendendo, dall'interazione tra storie, pensieri e pratiche diverse. Non aspirano a diventre maggioritari, perchè quello che conta lì non è il numero delle persone, ma la qualità delle relazioni tra loro. Si alleano però facilmente con altri gruppi simili, anche se molto diversi per le identità dei partecipanti, riconoscendosi tra loro per le qualità del loro metodo e funzionamento. Perchè ciò che in definitiva hanno in comune, non è la meta, ma la qualità del cammino." 

Piero Coppo, "Il disagio dell'inciviltà - forme contemporanee del dominio"