lunedì 22 febbraio 2016

Considerazioni #3

Sono dell'idea che non si dovrebbe mai cominciare una conversazione sulle società e gli individui partendo dalla "cultura". O meglio, bisognerebbe prima capire cos'è la "cultura" e in che cosa diverge dalla raffigurazione che viene data di solito a questo termine, e poi decidere se usare o no questo concetto. Per esempio: esiste o no la "cultura occidentale" e la "cultura orientale"?

Cos'è la "cultura occidentale"? Basterebbe porre la domanda a qualunque persona mediamente colta - non solo all'uomo della strada - per vedere il vuoto di idee profilarsi sul volto dell'interrogato. Di volta in volta viene data una definizione vaga delle varie "culture" prevalentemente centrata sulle rappresentazioni sovrastrutturali, ad esempio si è soliti parlare della scienza meccanica "occidentale" o della medicina "occidentale" come se tale scienza e tale medicina non funzionassero allo stesso modo a Mumbai come a Philadelphia e Shiraz. Oppure vengono continuamente coniate delle "qualità morali" (anche solo usare il termine mi fa venire il voltastomaco) che contraddistinguerebbero le varie "culture", con intenti più o meno apologetici nei confronti di questa o quell'altra "cultura" e del tutto incuranti degli individui particolari che "abitano" le culture in questione - ed è un'operazione concettuale che sfortunatamente non viene fatta solo dai razzisti beceri e dagli emuli della Fallaci, ma anche da insospettabili persone di sinistra che continuano a parlare di "culture" per evitare una critica "strutturale" al capitalismo.

Prendiamo la "cultura mediorientale", nella fattispecie arabo-persiana. Tutti sono concordi a farla rientrare nel calderone della "cultura orientale", se non altro da un punto di vista geografico. Ma è un'operazione sbagliata, se non altro da un punto di vista filosofico: gran parte di quella che noi chiamiamo "cultura" e scienza "occidentale" sarebbe stata impossibile senza la mediazione culturale arabo-persiana, dalla scuola di Baghdad fino agli ultimi regni prima dell'invasione dei Mongoli in Persia e in Iraq. I dotti di Tabriz nel XIII secolo conoscevano Aristotele, Platone, Plotino, Apollonio e Euclide molto meglio di quanto non facessero i loro omologhi occidentali. Quindi se ragionassimo da un punto di vista culturale diremmo che la "cultura mediorientale" è parte di quella occidentale.

E allora cos'è una cultura? Si può fare come Johan Huizinga che affermava che la cultura fosse un'estensione delle attività ludiche? La cultura rientra o no nella "struttura" economica? Ha senso porsi queste domande?

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